Progetti innovativi per l’inclusione

Progetti innovativi per l’inclusione

A Fondazione Irpea si fa strada un nuovo approccio all’assistenza delle persone con disabilità: dopo la pandemia tante progettualità innovative per l’inclusione.
[articolo del 19 settembre 2021La Difesa del Popolo]

Sempre più inclusione

È proprio vero che dai momenti di crisi talvolta nascono le cose migliori. Come se in quel totale sconvolgimento risiedesse il problema ma anche la sua soluzione. Risiedesse il passato ma anche la sua evoluzione. Come in un ciclo continuo in cui l’ostacolo si fa opportunità.

Per noi di Fondazione IRPEA di Padova è stato così. «Con l’avvento della pandemia abbiamo messo in discussione contenuti e processi che per anni hanno caratterizzato la nostra Fondazione – racconta il Direttore Rizzo – Il cambio repentino di scenario ha infatti stimolato una riflessione condivisa sul ruolo della nostra Fondazione all’interno della società, sfociata poi in un vero e proprio piano di sviluppo strategico approvato a inizio 2020.» Un documento, questo, in cui Irpea dichiara la volontà di ridurre l’intervento nel settore ospitalità e di ampliare l’offerta di servizi di assistenza, anche a rilevanza sanitaria. «Il modello cardine che guiderà la progettazione dei prossimi anni sarà quello della qualità della vita. Come Fondazione, infatti, lavoreremo affinch ogni persona con disabilità possa trovare risposte specifiche, personalizzate, appropriate ed efficaci per il perseguimento dei suoi obiettivi personali. Passeremo quindi da un’impostazione più accuditiva e assistenziale ad una più legata all’inclusione e al potenziamento delle autonomie personali e sociali». Sul fronte della residenzialità, ad esempio, si é deciso di apportare un ripensamento funzionale degli immobili di proprietà introducendo soluzioni tecnologiche domotiche a supporto dell’autonomia. «Grazie a gruppi appartamento e comunità alloggio così organizzati, gli utenti avranno la possibilità di avviarsi concretamente verso una vita più indipendente, sperimentando nuove forme di abitare» racconta il Direttore. I centri diurni, invece, verranno intesi come vere e proprie palestre per le relazioni sociali. «Alcuni laboratori, quelli più tradizionali, sono stati ripensati in questa nuova ottica, mentre altri sono stati creati ex novo. Tutti i progetti attivati, infatti, devono essere espressamente finalizzati al raggiungimento di un buon livello di autonomia e di inclusione sociale da parte dell’utente». Una posizione di rilievo sarà quindi quella attribuita alle attività di inserimento lavorativo. «Affinché le persone con disabilità possano sentirsi davvero realizzate a 360° è fondamentale accompagnarle in percorsi di vera occupazione. Solo in questo modo potranno realmente integrarsi nel contesto sociale più ampio». A dimostrarlo sono percorsi di inserimento come “Coltiviamo il nostro futuro”, il progetto di agricoltura sociale, articolato in attività agricole, di falegnameria e di lavorazione della ceramica, sito in Via Raggio di Sole. «Da quando il Gruppo Serra si è formato abbiamo rilevato un significativo miglioramento delle competenze personali, relazionali e professionali degli utenti – conclude Rizzo – sono questi i risultati a cui puntiamo.»

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Redazione IRPEA administrator